OSPEDALE SPOKE DI CASTROVILLARI. LA CURA DELLA PERSONA NEL NOSTRO TERRITORIO

Non si può tacere oltre, stiamo assistendo ad un vilipendio del diritto di salute nel territorio
della Diocesi di Cassano all’Ionio, ed in particolare nell’Ospedale di Castrovillari. Un presidio che
nella ASP di Cosenza conserva il titolo di Spoke, che lo accomuna agli altri due situati sui versanti
ionico (Spoke Rossano-Corigliano) e tirrenico (Spoke Cetraro-Paola). Pertanto la ASP di Cosenza
si fregia di 3 Spoke.
Il presidio di Castrovillari, da solo dovrebbe provvedere all’assistenza di patologie per acuti
di tutta la fascia centrale della provincia cosentina, coprendo circa 40 comuni del territorio Esaro-
Pollino. Tuttavia, già da molti anni, subisce un depauperamento sostanziale di risorse, soprattutto
umane, ovvero di quei sanitari che vanno in pensione e non vengono sostituiti o rimpiazzati. A
questa incresciosa situazione, si aggiunge la mancata attivazione di servizi già previsti dai tanti
piani di rientro sanitario, quelli stessi che la nostra Regione Calabria pubblica ripetutamente, pur
avendo una Sanità commissariata ormai da oltre un decennio.
In tutto l’ospedale si denuncia la gravissima carenza di personale ad ogni livello di
professionalità in tutti i reparti e servizi. Sono attivi 112 posti letto in un totale di 22 unità operative.
Sono impiegati: 37 OSS su 58 necessari; 151 infermieri per un fabbisogno di 192 unità; 14 tecnici
di laboratorio su 26 necessari nei vari laboratorio; 11 tecnici di radiologia su 14 necessari, 79
medici su 115 necessari; e questo per operare al minimo delle condizioni di sicurezza per i malati.
Si registra una sproporzione significativa sulle unità mediche afferenti ai reparti e servizi, alcuni dei
quali come l’anestesia ed il pronto soccorso soffrono maggiormente.
Oltre questo va attenzionata un’altra grave falla nel sistema dei concorsi, non solo per la
dirigenza di primo livello, ma addirittura per i direttori di struttura complessa. Si constata la
presenza attiva di soli 2 Direttori di U.O.C. (Cardiologia-UTIC e Pediatria) su oltre 20, tra unità
operative e servizi. L’effetto dell’assenza dei direttori comporta il consequenziale affidamento del
reparto ad un responsabile facente funzione, che non esercita autorevolezza nei rapporti con
l’azienda, talvolta non viene conosciuto né riconosciuto.
Vi era l’opportunità di riaprire il reparto di ortopedia, prontamente disattesa dalle dimissioni
del primario, determinate proprio dalla carenza di personale.
A questa decennale e becera situazione, si aggiunge, ad acuire le difficoltà, l’impatto della
pandemia, che ha visto distrarre risorse in particolare al nostro presidio ospedaliero di Castrovillari.
Un ospedale per acuti che non soddisfa le garanzie minime di assistenza alla persona intacca
il rispetto della DIGNITÀ UMANA.
La difesa e il rispetto della dignità della persona è uno degli scopi nell’azione del medico
cattolico che pone l’uomo, nella sua totalità, al centro del suo agire. Talvolta sarebbe sufficiente un
gesto di vicinanza ad alleviare le sofferenze del malato, ma come si fa se il medico è sovraccaricato
di lavoro, a causa della carenza di personale?
Come Medici Cattolici della Diocesi di Cassano all’Jonio, vogliamo rispondere all’accorato
appello che il nostro Pastore, il Vescovo Mons. Francesco Savino, rivolgeva alle Istituzioni già un
anno fa: “La Calabria ha toccato il fondo di una crisi annunciata ed ora spetta alla nostra fame di
speranza trovare il coraggio di tornare a galla … a respirare”.
Come professionisti che perseguono l’etica della responsabilità a favore del bene comune,
noi mettiamo a disposizione le nostre esperienze e conoscenze per proporre modalità concrete di
risposta alla crisi, e per le quali chiediamo anche l’attenzione degli uomini e delle donne di buona
volontà che operano in sanità, soprattutto ai posti dirigenziali.
 Occorre innanzitutto alleggerire l'onda d'urto della domanda di cure che ricade sugli ospedali,
supportando l’attività della medicina generale, fondamentale anello di congiunzione tra Ospedale e
Territorio e integrando le cure domiciliari con le USCA e con l’assistenza specialistica a domicilio e
nelle strutture per anziani, avendo nei Distretti e nei poliambulatori la disponibilità sia delle branche
di specialistica esistenti, che del monte ore aggiuntivo, per altro, già da tempo deliberato dall’ASP.
É indispensabile chiamare a raccolta tutte le risorse umane esistenti nelle aziende sanitarie e
metterle a disposizione delle aree di crisi negli ospedali, pronto soccorso, reparti di terapia sub-
intensiva ed intensiva, Covid e non-Covid.
Rivolgiamo, quindi, un accorato appello a chiunque operi nelle aziende sanitarie e negli
ospedali, a tutti i livelli di responsabilità, affinché si mettano in atto tutti gli sforzi necessari a
garantire non solo cure adeguate ma, prima ancora, ad assicurare le condizioni di base per la
sopravvivenza dei pazienti e soprattutto quelli fragili, e permettere di ridurre la tensione lavorativa
sul personale che si trova ad operare con carico di lavoro doppio rispetto al dovuto, riuscendo
comunque a garantire tuttavia il minimo delle prestazioni, onde far fronte ai bisogni fondamentali
delle persone malate, nel rispetto della loro dignità ed integrità.

Presidente
dott. Vincenzo Stivala

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