D'ATRI: LO POLITO CHIEDE LE MIE DIMISSIONI. ECCOLE. AVREI ATTESO CHE FINISSE L'EMERGENZA PER RISPETTO DELLE ISTITUZIONI E DEI CITTADINI
L'assessore di nuovi percorsi, Dario D'Atri, rimette le deleghe nelle mani del sindaco. Non pensavo che in un periodo così complesso per la città il primo bisogno fosse sapere se ero in maggioranza. Oggi più che mai siamo tutti parte di una comunità che deve pensare all'unità più che alla divisione
Se oggi in piena emergenza sanitaria il bisogno primario di qualcuno è sapere se faccio o non faccio parte della maggioranza di governo della Città di Castrovillari, allora significa che la politica ha perso il suo ruolo primario e significativo: pensare al bene comune. Ma se il Sindaco dice pubblicamente in consiglio comunale che attende le mie dimissioni e lo fa nel momento peggiore della diffusione del Coronavirus allora non posso fare altro che rimettermi alla volontà di chi vede in questo atto politico la priorità assoluta da dover assecondare. Nel rispetto del mio ruolo di assessore e membro di questa compagine amministrativa che ho sempre servito con lealtà e nell'interesse dei cittadini avevo pensato che rassegnare le dimissioni dalla carica che mi era stata assegnata proprio in questi giorni non fosse giusto. Non volevo apparire come colui il quale abbandona la nave (del governo cittadino) in piena tempesta. Anzi il mio rimanere, proprio in questi giorni così drammatici per tutti, voleva significare ancora una volta lealtà e coesione non solo con l'esecutivo (che già conosce bene i miei orientamenti per la prossima campagna elettorale, che sarà sicuramente diversa da come ce la immaginavamo due mesi fa) ma con la città tutta che oggi più che mai non ha bisogno di divisioni e barricate, ma di unità di intenti, di condivisione, di solidarietà che non vede più bianchi e neri, ma tutti uniti nella stessa barca.
Ma forse sbagliavo, perchè alla luce delle sollecitazioni arrivate da alcuni gruppi politici e dal bisogno urgente manifestato dal Sindaco sulle mie dimissioni questa esperienza poco ha insegnato nel campo della umanità e della coesione tra forze diverse ma che oggi vivono lo stesso dramma dell'isolamento sociale. Pensavo, nella mia ingenuinità politica che forse mi ha contraddistinto, che oggi più che mai non bisognava lasciare, ma sentirsi uno con tutti insieme al Sindaco che sta amministrando questa fase delicata per la città. Avrei dato le mie dimissioni - come già concordato con la maggioranza ed il gruppo politico che mi onoro di rappresentare alla luce delle decisioni assunte da tempo e che ci vedranno stringere alleanza con Forza Italia per la prossima campagna elettorale - alla fine di questa fase, riportando l'attenzione sui temi della politica che oggi, perdonatemi, non mi sembrano il bisogno primario dell'interesse collettivo. Rimanendo al mio posto di assessore, fedele al mando di responsabilità assegnatomi dal primo cittadino, volevo confermare che si esce da questa crisi tutti insieme, collaborando e costruendo, ciascuno per la propria parte, il ritorno alla normalità che tutti auspichiamo. Ma se devo il passo indietro lo faccio ora, perchè non ho mai pensato alla poltrona di assessore come spazio di potere ma come scranno di servizio per la collettività. Nella mia breve ed intensa esperienza nell'esecutivo (della quale ringrazio per l'opportunità offertami) ho sempre dimostrato, spero, di vivere appassionatamente i problemi della gente e di volermi porre a servizio di tutti, senza distinzioni.
Oggi lascio, con il rammarico di doverlo fare in questo momento storico, solo perchè mi viene chiesto, anche se il mio senso di fedeltà alla città ed alle istituzioni mi direbbero di rimanere. Perchè essere comunità significa dimostrare unità nei momenti drammatici, non solo quando splende il sole.
Dario D’Atri
Nuovi Percorsi
L'assessore di nuovi percorsi, Dario D'Atri, rimette le deleghe nelle mani del sindaco. Non pensavo che in un periodo così complesso per la città il primo bisogno fosse sapere se ero in maggioranza. Oggi più che mai siamo tutti parte di una comunità che deve pensare all'unità più che alla divisione
Se oggi in piena emergenza sanitaria il bisogno primario di qualcuno è sapere se faccio o non faccio parte della maggioranza di governo della Città di Castrovillari, allora significa che la politica ha perso il suo ruolo primario e significativo: pensare al bene comune. Ma se il Sindaco dice pubblicamente in consiglio comunale che attende le mie dimissioni e lo fa nel momento peggiore della diffusione del Coronavirus allora non posso fare altro che rimettermi alla volontà di chi vede in questo atto politico la priorità assoluta da dover assecondare. Nel rispetto del mio ruolo di assessore e membro di questa compagine amministrativa che ho sempre servito con lealtà e nell'interesse dei cittadini avevo pensato che rassegnare le dimissioni dalla carica che mi era stata assegnata proprio in questi giorni non fosse giusto. Non volevo apparire come colui il quale abbandona la nave (del governo cittadino) in piena tempesta. Anzi il mio rimanere, proprio in questi giorni così drammatici per tutti, voleva significare ancora una volta lealtà e coesione non solo con l'esecutivo (che già conosce bene i miei orientamenti per la prossima campagna elettorale, che sarà sicuramente diversa da come ce la immaginavamo due mesi fa) ma con la città tutta che oggi più che mai non ha bisogno di divisioni e barricate, ma di unità di intenti, di condivisione, di solidarietà che non vede più bianchi e neri, ma tutti uniti nella stessa barca.
Ma forse sbagliavo, perchè alla luce delle sollecitazioni arrivate da alcuni gruppi politici e dal bisogno urgente manifestato dal Sindaco sulle mie dimissioni questa esperienza poco ha insegnato nel campo della umanità e della coesione tra forze diverse ma che oggi vivono lo stesso dramma dell'isolamento sociale. Pensavo, nella mia ingenuinità politica che forse mi ha contraddistinto, che oggi più che mai non bisognava lasciare, ma sentirsi uno con tutti insieme al Sindaco che sta amministrando questa fase delicata per la città. Avrei dato le mie dimissioni - come già concordato con la maggioranza ed il gruppo politico che mi onoro di rappresentare alla luce delle decisioni assunte da tempo e che ci vedranno stringere alleanza con Forza Italia per la prossima campagna elettorale - alla fine di questa fase, riportando l'attenzione sui temi della politica che oggi, perdonatemi, non mi sembrano il bisogno primario dell'interesse collettivo. Rimanendo al mio posto di assessore, fedele al mando di responsabilità assegnatomi dal primo cittadino, volevo confermare che si esce da questa crisi tutti insieme, collaborando e costruendo, ciascuno per la propria parte, il ritorno alla normalità che tutti auspichiamo. Ma se devo il passo indietro lo faccio ora, perchè non ho mai pensato alla poltrona di assessore come spazio di potere ma come scranno di servizio per la collettività. Nella mia breve ed intensa esperienza nell'esecutivo (della quale ringrazio per l'opportunità offertami) ho sempre dimostrato, spero, di vivere appassionatamente i problemi della gente e di volermi porre a servizio di tutti, senza distinzioni.
Oggi lascio, con il rammarico di doverlo fare in questo momento storico, solo perchè mi viene chiesto, anche se il mio senso di fedeltà alla città ed alle istituzioni mi direbbero di rimanere. Perchè essere comunità significa dimostrare unità nei momenti drammatici, non solo quando splende il sole.
Dario D’Atri
Nuovi Percorsi
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