Con la seconda giornata di Primavera dei Teatri inizia ufficialmente la sezione dedicata alla
formazione. Al Protoconvento si darà vita a U’ Crivu, il giornale ufficiale di Primavera dei Teatri
frutto del laboratorio diretto da Simone Nebbia Teatro e Critica: una vera e propria redazione
seguirà gli eventi del Festival proponendo una riflessione quotidiana strettamente connessa con la
dimensione formativa.
Formazione anche per i più piccoli. Alle 17.00, infatti, al Castello Aragonese partirà il laboratorio di
teatro di figura Dentro la bottega di Geppetto curato da Teatro della Maruca. Un modo per
avvicinarsi al teatro da un punto di vista nuovo e mai visto a partire da un classico amato da tutti,
“Pinocchio”. I personaggi del romanzo diventeranno grandi pupazzi, costruiti dai bambini con
materiali di riciclo, manovrabili anche da più persone contemporaneamente.
Alle 13.00 si torna nella Cucina-Teatro delle Ariette, in Sala Varcasia, con Attorno a un tavolo-
piccoli fallimenti senza importanza. La compagnia emiliana Teatro delle Ariette presenta in prima
nazionale un lavoro che tenta, nell’unione di cibo e teatro, di superare la forma spettacolo ricreando,
attorno a un tavolo, una comunità ancora possibile nella condivisione tra attori e spettatori. Lo
spettacolo si replica alle 22.00.
In Sala Consiliare, alle 19.00, il calabrese Angelo Colosimo, diretto da Roberto Turchetta, porta
in scena Simu e Pùarcu, la storia di una Calabria in cui “la famiglia” diventa il crocevia fra il rito
triviale dell’uccisione del maiale e il delitto mafioso. Il mito di Atreo in questo testo viene rivisitato
e manipolato ad arte diventando il mezzo per analizzare il contesto entro cui si compie l’uccisione
di Santino Panzarella, vittima della ‘ndrangheta.
La Compagnia Teatrale Petra, alle 20.30 sul palcoscenico del Teatro Vittoria, debutta con Per
prima cosa, lo spettacolo diretto da Fabrizio Saccomanno. Un fratello e una sorella, in scena
Fabrizio Pugliese e Antonella Iallorenzi, vivono rinchiusi nel loro rifugio domestico fatto di
illusioni e lettere visionarie indirizzate ad un fantomatico “Ministro” che rappresenta il caos
deforme e malato della società al di là delle mura domestiche. È la storia di un Sud fatto di speranze
e attese in cui i personaggi, troppo spesso, si bloccano in una prigione senza comunicazione.
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