Caso Francesco Martino, nove anni in attesa di risposte. Lettera ai vertici FdC

Riceviamo e pubblichiamo

Egr. Dott. Marino, Le riscrivo (dopo averlo fatto già una volta senza aver ricevuto riscontro alcuno
da parte sua), per rafforzare quel concetto tanto in voga dentro la nostra azienda, ovvero:
"HO SAPUTO SOLO QUALCHE MESE FA", "NON C'È NESSUN ATTEGGIAMENTO AZIENDALE", "QUINDI SE
C'È QUALCHE PROBLEMA INTERVERRÒ IMMEDIATAMENTE".
In pratica, io sono nove anni che vivo questa situazione (che certamente non Le può essere
imputata), vittima di vessazioni, isolamenti, demansionamenti e mancate tutele della salute sul posto di
lavoro ma, a differenza di tanti e nonostante tutto... io non ho mai fatto vittimismo in quanto non mi
appartiene.
In tutto questo tempo ho solo chiesto i miei diritti, le mie tutele, i miei doveri e delle risposte da tutti,
compreso i Presidenti dei CdA che l'hanno preceduta, incluso il suo predecessore dott. D'Onofrio.
Ovviamente, nessuno è riuscito, ha voluto o potuto darmi delle risposte, trincerandosi dietro “il solito ed
abitudinario” SILENZIO che da sempre mortifica e distrugge la dignità di chi ha richiesto a più riprese
risposte ma... senza averle mai ottenute.
Ora è il suo momento, perché ora... è Lei a rappresentare Ferrovie della Calabria quindi a Lei chiedo quelle
risposte che altri non hanno voluto/potuto (sic!) dare a centinaia di documenti ufficiali.
Non Le chiedo nessun favore (non è mio costume), ma Le chiedo solo di acquisire gli atti che
riguardano il sottoscritto e che dovrebbero essere "custoditi" dentro qualche cassetto di Ferrovie della
Calabria.
Tra questa miriade di documentazione “dovrebbe” trovare sicuramente:
- le relazioni della Medicina del lavoro;
- la lettera di aspettativa a me indirizzata perché "io dicevo di essere ammalato";
- gli ordini di servizio dove mi mettevano a fare il verificatore sugli autobus;
- gli inviti ad andare a visita RFI a Reggio Calabria nonostante il "medico aziendale" avesse già
relazionato in merito alla mia condizione ed una miriade di lettere da me inviate (per via gerarchica
e protocollate) a tutti i vertici aziendali.
Certo, in NOVE ANNI, ho chiesto e cercato inutilmente delle risposte, sono cambiate tante cose. Dal punto
di vista aziendale, isolato, demansionato e mobbizzato ERO, ed isolato, demansionato e mobbizzato SONO.
Seppur superfluo mi pregio di raccontarle che la mia vita e quella dei miei familiari sono radicalmente
cambiate in quanto, oggi, io sono una persona che “solo” tre volte a settimana si reca presso l'ospedale di
Castrovillari per sdraiarsi su di un lettino dialitico, per rigenerare il sangue che scorre dentro di me e che mi
consente di riaprire giornalmente gli occhi per guardare mio figlio crescere, in quanto i miei reni (già
compromessi) non hanno retto allo stress PSICOFISICO a cui qualche dirigente di Ferrovie della Calabria mi
ha sottoposto ignorando regole,norme e rispetto dal 2009 ad oggi.
Esiste tanta documentazione a cui Lei (se vorrà) potrà attingere per verificare quanto io le sto
denunciando, ma se proprio vuole partire da un dato, chieda a chi è preposto in azienda e si faccia
mostrare la relazione della medicina del lavoro datata 7 giugno 2010, verbale n°22 con esito (l'ennesimo):
"EVITARE STRESS PSICOFISICI E TURNI STRESSANTI: LA PRESTAZIONE LAVORATIVA DEVE ESSERE SVOLTA
IN STRUTTURA IDONEA COSI COME PREVISTO DAL D.L. 81/2008 E SUCC. MOD.".
Dopo averla visionata, potrebbe farsi spiegare, magari dal D.G. e/o da qualche suo sottoposto in
che modo è stato ed è impiegato da quella data l’agente Francesco Martino in azienda e scoprirà, suo
malgrado, uno spaccato di vita lavorativa e non, davvero VERGOGNOSO!

Firmato
Francesco Martino
Dipendente Ferrovie della Calabria Castrovillari

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