SI CHIUDE COSI’ UN’EDIZIONE CON LA QUALE ABBIAMO FATTO IL SALTO DI QUALITA’. IL TEATRO E’ VIVO E CI PIACE FARLO VIVERE AL PUBBLICO.
L’opera di Pierpaolo Saraceno – secondo movimento di una trilogia iniziata con lo spettacolo Radio Aut, ispirato alla vicenda di Peppino Impastato – piace al pubblico ed alla critica. Un mix tra prosa, musica e crudi movimenti corporei per raccontare una storia di attualità della Sicilia vessata dalla mafia.
«Regia, messa in scena, recitazione, testo e sceneggiatura hanno convinto la giuria per la completezza del lavoro. Particolare apprezzamento per la qualità interpretativa che si unisce con alcuni momenti performativi e quadri cinematografici; oltre che per u testo che pur essendo tratto da una storia di cronaca – già oggetto di rivisitazioni teatrali e cinematografiche - riesce ad essere innovativo, volando oltre il teatro di denuncia ed il giornalismo per diventare un autentico spettacolo di teatro». Così la giuria tecnica composta dalle giornalista Ilaria Guidantoni e Francesca Scopelliti, e l’attrice Diletta D’Ascia hanno giudicato l’opera “La donna che disse di no” con Pierpaolo Saraceno e Mariapaola Tedesco vincitrice della sezione dedicata ai corti teatrali all’interno del Calabbria Teatro Festival 2016. Un giudizio che fa il paio con la valutazione del pubblico che ha votato come miglior spettacolo l’opera che racconta il “no” di una donna contro il potere mafioso per la difesa della propria dignità, della propria persona, e che cambierà la storia del Paese.
Al secondo posto Ritorno a Verona di Emiliano Minoccheri con particolare apprezzamento «risolto a un testo poetico con una bella presenza scenica e un lavoro attento sulla voce e sulla resa della nota storia di Romeo e Giulietta – scrive la giuria – con una sorta di “ritorno al futuro” rendendo lo spunto shakespiriano una metafora della società odierna».
Fa curriculum (stiamo lavorando per noi) di e con Antonio Randazzo e Antonio Roma terzo classificato è stato apprezzato per «l’interpretazione che con il sorriso tratta un tema sociale di grande attualità in modo spirito e ironico, recuperando la tradizione dei capo comici, lo spirito del cabaret e la denuncia di un problema. Lo spettacolo – scrivono Giudantoni, D’Ascia e Scopelliti – sa unire intrattenimento e riflessione diventando un inno al mestiere dell’arte e del teatro».
Soddisfatti gli organizzatori per un’edizione che «ci ha permesso di fare un salto di qualità grazie al sostegno da Regione Calabria, del Comune di Castrovillari, dell’Ente Parco e dei Comuni di San Basile ed Acquaformosa – ha dichiarato Angela Micieli, direttore organizzativo, insieme a Rosy Parrotta, diretto artistico – unitamente alle tante associazioni e professionalità che hanno preso parte alla sesta edizione». L’Associazione culturale Khoreia 2000 con il Calabbria Teatro Festival ha scelto la strada delle contaminazione delle arti per testimoniare che «il teatro e l’arte in generale sono vive e vegete ed hanno bisogno di palcoscenici ed occasioni per raccontarsi al pubblico e stringere sinergie e contaminazioni con quanti amano le cose belle, che fanno pensare e riflettere».
Vincenzo Alvaro
Commenti
Posta un commento
Commenta questo articolo