Biblioteca civica, il Protoconvento Francescano è il posto giusto?

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BIBLIOTECA CIVICA DI CASTROVILLARI: LA SISTEMAZIONE NELL’EX PROTOCONVENTO RISULTA MENO FUNZIONALE RISPETTO ALLE ULTIME DUE SEDI

Funzionante sin dal 1908 in una stanza a pianterreno del Municipio, la biblioteca di Castrovillari sorse poi ufficialmente nel 1957 nel palazzetto dell’ex Ospedale dei Poveri (XVI sec) al ponte della Catena, cui andò ad aggiungersi nel 1959 una sottosezione (oggi sezione) dell’Archivio di Stato di Cosenza.
Ridottisi gli spazi per l’accresciuto patrimonio librario soprattutto grazie alle frequenti e numerose donazioni da parte di privati, fu trasferita (aprile 1980) in palazzo Gallo (XIX sec) e intitolata al castrovillarese Umberto Caldora (1924-1975) storico e docente universitario . In tale immobile, di proprietà del Comune, rimase per oltre un ventennio finchè nel 2002, per lavori di ristrutturazione all’edificio e in previsione di un auspicato ritorno dopo la loro ultimazione, venne spostata in palazzo Cappelli (XVIII sec.), immobile di proprietà privata, per traslocare dopo oltre dodici anni (settembre 2016) nell’ ex Protoconvento (XIII sec.), anch’esso di proprietà comunale, al rione Civita, in pieno centro storico. Soluzione che, se per un verso consente al Comune il risparmio di un considerevole canone annuo di locazione e offre all’utenza il vantaggio della prossimità alla pinacoteca “A.Alfano” e al museo archeologico di Castrovillari (anch’essi trasferiti nel 2002 da palazzo Gallo al Protoconvento), per l’altro verso la biblioteca nel suo complesso risulta meno funzionale rispetto alle due ultime sedi. Utilizzati, infatti, per la sua sistemazione soltanto 3 locali, peraltro tra loro non comunicanti, ossia sala n.14 situata sul lato est dell’edificio (ex aula di riunioni varie tra cui quella del consiglio comunale) con 4 finestre, 2 porte d’ingresso e alcune vetrate a forma di mezza luna che prendono luce dall’affaccio sul chiostro, guastata da 2 lunghi scaffali in senso longitudinale che formano una specie di galleria centrale e 2 stretti corridoi laterali, adibita a sala conferenze e presentazioni di testi o altro; sala n.15 situata sul lato sud dell’edificio (ex sala Arti per esposizioni varie), di discreta lunghezza con 1 porta di ingresso, 3 finestre , 1 porta finestra,1 porta interna per l’accesso alla cd sala Paonessa, costituente il nucleo centrale della biblioteca (mobile-schedario, 2 scrivanie per il personale addetto, lunghi scaffali posti su entrambe le pareti laterali, armadi a vetri,postazioni multimediali, tavoli di studio e di consultazione ma con l’assenza degli scaffali pertinenti all’emeroteca sistemati nel chiostro); sala n. 16, un minuscolo bugigattolo privo di luce naturale adibito a deposito libri.
L’archivio storico comunale,omogeneo e funzionale alla biblioteca, è stato invece sistemato in un locale a piano terra sul lato sud-ovest dell’edificio accessibile dall’esterno.
Avendo, tuttavia, l’A.C. a disposizione il Castello aragonese, interamente vacante dopo l’ultimo restauro, viene spontaneo chiedersi del perché non sia stato utilizzato il secondo piano dell’edificio dirimpettaio al portone dell’antica fortezza, dotato di ampi locali tra loro comunicanti che ricevono luce naturale attraverso ampi finestroni; particolarmente idonei a ospitare biblioteca, emeroteca e archivio storico comunale anche grazie alla presenza di un grande ascensore per consentire un facile accesso alle persone affette da handicap motori.
E senza contare il vantaggio che la presenza di tale complesso consentirebbe l’accesso da parte di turisti, scolaresche ecc. al Castello aragonese almeno nei giorni e nelle ore del suo funzionamento.
Non si comprende poi il motivo per cui il trasferimento della biblioteca “U. Caldora” al Protoconvento sia stato disposto nel 2016 e non nel 2002, come già avvenuto per la pinacoteca “A. Alfano” e per il museo archeologico.

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