Sulla questione "Campolescia" si sono scritti fior di articoli di giornale, ma purtroppo molti cittadini non hanno capito effettivamente il quadro della situazione.
La discarica di Campolescia è chiusa dal lontano 2002 da allora è partita in città la migrazione verso la raccolta differenziata che pian piano ha ridotto la quantità di rifiuti indifferenziati da smaltire, ad oggi la differenziata in città si attesta intorno al 54% , quindi chiariamo subito che la discarica è già chiusa da tempo e non si conferisce più da molti anni a Castrovillari perché:
- La discarica è piena.
- La discarica è altamente inquinante e ricade in pieno distretto alimentare di Cammarata.
- Perché negli anni le manifestazioni hanno dimostrato che i cittadini non la vogliono.
- Perché la discarica non è in sicurezza e perde percolato.
- Il percolato è una sostanza altamente tossica che viene prodotta dalla decomposizione dei rifiuti, esso filtra nelle falde acquifere che secondo una stima dell'ARPACAL in quella zona sono a 80-100 metri al di sotto della discarica, e i pozzi per l'agricoltura di Cammarata attingono dalle suddette falde.
- E impensabile fare agricoltura di qualità a valle di una discarica.
- Nel 2016 ancora parliamo di discariche mentre il mondo va verso la direzione opposta, cioè rifiuti zero e sfruttamento economico della differenziata.
Ora alla luce di tutto ciò, le istituzioni locali, vorrebbero riaprire la discarica per conferire altri 20000 metri cubi di rifiuti, in una discarica già colma.
Questi 20000 metri cubi provengono da una stima sempre ARPACAL di spazio disponibile prima della tombatura, il problema però e che per rientrare in questi parametri si stiano alzando i bordi della discarica, che a detta degli amministratori serve per convogliare le acque meteorologiche, ma per il comitato contro la riapertura serve ad ampliare la discarica.
Detto ciò in un ottica di informazione al cittadino bisogna precisare che:
- la discarica è già chiusa da molti anni ed i rifiuti indifferenziati di Castrovillari vanno in altre discariche Calabresi pagando 146€ a tonnellata, soldi che potrebbero essere risparmiati NON riaprendo una discarica ma portando la differenziata oltre il 90%, pagando lo smaltimento del restante 10% con la vendita del 90% differenziato. Si perché i materiali differenziati si vendono, proprio questo blog promuove l'attività della prof. Severino "dall'acqua per l'acqua" che raccogliendo i tappi di plastica in città li vende ad una ditta di Corigliano che paga 0,18 € al kg per farci cassette di plastica per prodotti agricoli. Allora il rifiuto differenziato deve diventare una risorsa e non una spesa, non si può pensare che nel 2016 si pensi di riaprire discariche ormai chiuse per raccimulare soldi.
Il futuro di questa città deve parlare di impianti di compostaggio, recupero dei materiali per riciclaggio in loco, Lombricocultura, vendita diretta ad aziende di materiale differenziato( come la plastica), rifiuti zero, ecc, insomma lasciare ai nostri figli una città più salubre ed ecosostenibile.
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