Le feste patronali sono sempre state un intreccio di fede verso il Santo e di consuetudini che accompagnano i festeggiamenti, consuetudini che a volte si allontanano dal significato religioso della ricorrenza, ma che dovrebbero perlomeno rimanere in un contesto di rispetto verso chi per secoli ha tramandato queste tradizioni.
Il senso di appartenenza a queste radici che ti obbligano, almeno moralmente, ad alzarti da un tavolino di un bar quando il Santo in processione passa per la città, quelle radici che ti fanno togliere il cappello e fare il segno della croce, quelle radici che impongono di chiudere la propria attività commerciale nel giorno della festa patronale.
Rispettare i propri avi significa andare a San Giuliano per portare il proprio omaggio al Santo venerato dai propri padri, lasciare il proprio negozio chiuso per partecipare alla festa. Forse però abbiamo perso negli ultimi decenni il senso di quello che significa appartenere ad una comunità, le ultime generazioni stanno alimentando il degrado sociale che ci sta riconsegnando una Castrovillari disgregata e socialmente inattiva, sulla quale bisogna agire al più presto per non arrivare al punto di non ritorno, è nostro obbligo riscoprire le nostre tradizioni più antiche, valorizzarle e trasmetterle ai nostri figli in modo da inculcarli il senso più profondo di essere castrovillaresi
ANDREA FALCONE
Commenti
Posta un commento
Commenta questo articolo