COMUNICATO STAMPA
Il fantomatico Comitato del “SI” alla centrale Enel della Valle del Mercure, che parla, e più
spesso straparla, in nome e per conto dell’Enel, tenta l’ennesimo inganno. Secondo i baldi
difensori di interessi privati, anzi privatissimi, che vorrebbero privare dei loro diritti le
popolazioni della valle del Mercure, il Consiglio di Stato avrebbe bocciato il ricorso dei
Sindaci di Rotonda e Viggianello contro la centrale. Falso, anzi falsissimo. Il Consiglio di Stato,
senza entrare nel merito, ha semplicemente detto che bisogna percorrere prima la strada
del TAR, per annullare quell’obbrobrio di autorizzazione concessa incredibilmente dalla
regione Calabria, malgrado l’esplicita posizione contraria dell’Ente Parco e la precedente
decisione del Consiglio di Stato stesso che ha bocciato, senza appello, il rapace e distruttivo
progetto dell’Enel. E il ricorso al TAR è già stato presentato e la discussione è tra un paio di
settimane. Per quanto riguarda poi le preoccupazioni del Comitato “fantoccio” sul presunto
sperpero di danaro pubblico da parte dei Sindaci, per pagare gli avvocati, stiano pur tranquilli.
I valorosi avvocati che hanno messo in ginocchio i potenti e strapagati studi legali dell’Enel,
non percepiscono neanche un solo euro di onorario. E’ proprio vero che, come dice una
nota pubblicità, ci sono cose tanto preziose che non si possono comprare… E, parlando di
soldi, perché Enel non ne spende un po’ per bonificare dall’amianto l’intera centrale del
Mercure, oppure dare una bella mano di antiruggine su quelle vecchie ferraglie arrugginite o,
infine, ma non certo da ultimo, portare via quei cumuli di biomassa scaricati all’interno della
centrale che emanano sinistri e strani vapori (perché?) ancora dopo un mese da quando sono
state scaricate? Tutti tranquilli, comunque, questa brutta storia prevede un finale unico: lo
smantellamento del mostro del Mercure e la vittoria delle popolazioni della Valle.
10 gennaio 2013
Forum “Stefano Gioia”
delle Associazioni e Comitati calabresi e lucani
per la tutela della legalità e del territorio
Il fantomatico Comitato del “SI” alla centrale Enel della Valle del Mercure, che parla, e più
spesso straparla, in nome e per conto dell’Enel, tenta l’ennesimo inganno. Secondo i baldi
difensori di interessi privati, anzi privatissimi, che vorrebbero privare dei loro diritti le
popolazioni della valle del Mercure, il Consiglio di Stato avrebbe bocciato il ricorso dei
Sindaci di Rotonda e Viggianello contro la centrale. Falso, anzi falsissimo. Il Consiglio di Stato,
senza entrare nel merito, ha semplicemente detto che bisogna percorrere prima la strada
del TAR, per annullare quell’obbrobrio di autorizzazione concessa incredibilmente dalla
regione Calabria, malgrado l’esplicita posizione contraria dell’Ente Parco e la precedente
decisione del Consiglio di Stato stesso che ha bocciato, senza appello, il rapace e distruttivo
progetto dell’Enel. E il ricorso al TAR è già stato presentato e la discussione è tra un paio di
settimane. Per quanto riguarda poi le preoccupazioni del Comitato “fantoccio” sul presunto
sperpero di danaro pubblico da parte dei Sindaci, per pagare gli avvocati, stiano pur tranquilli.
I valorosi avvocati che hanno messo in ginocchio i potenti e strapagati studi legali dell’Enel,
non percepiscono neanche un solo euro di onorario. E’ proprio vero che, come dice una
nota pubblicità, ci sono cose tanto preziose che non si possono comprare… E, parlando di
soldi, perché Enel non ne spende un po’ per bonificare dall’amianto l’intera centrale del
Mercure, oppure dare una bella mano di antiruggine su quelle vecchie ferraglie arrugginite o,
infine, ma non certo da ultimo, portare via quei cumuli di biomassa scaricati all’interno della
centrale che emanano sinistri e strani vapori (perché?) ancora dopo un mese da quando sono
state scaricate? Tutti tranquilli, comunque, questa brutta storia prevede un finale unico: lo
smantellamento del mostro del Mercure e la vittoria delle popolazioni della Valle.
10 gennaio 2013
Forum “Stefano Gioia”
delle Associazioni e Comitati calabresi e lucani
per la tutela della legalità e del territorio
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