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Di seguito la nota diffusa dall'Associazione MeteoWeb ONLUS: Devastata. Così abbiamo trovato la stazione meteorologica che sabato 9 ottobre avevamo installato sui monti dell’Orsomarso, nel Parco Nazionale del Pollino, all’interno della piana grande di Masistro.
La stazione meteorologica fa parte del più ampio ’Progetto Pollino’ che l’Associazione MeteoWeb ONLUS porta avanti dall’estate 2007.
Tre anni e mezzo che ci hanno dato tantissime soddisfazioni prima con i dati di Piano Ruggio, conca carsica esattamente lungo la linea di confine tra la Calabria e la Basilicata che ha sfiorato i -30°C e ci ha fornito tantissimi dati interessantissimi per lo studio di queste doline ancora così misteriose al mondo scientifico.
Mentre i rilevamenti da Piano Ruggio proseguono quotidianamente, nel corso degli anni abbiamo installato un’altra stazione meteo presso il Rifugio Biagio Longo del Cai di Castrovillari in contrada Campolongo, nel territorio del Comune di Mormanno, a un passo dalla piana di Campotenese, e un paio di mesi fa, appunto il 9 ottobre, abbiamo iniziato a monitorare un’altra conca dalle caratteristiche simili a quelle di Piano Ruggio, anche se a una quota più bassa: si tratta della Piana Grande di Masistro, a 1.200 metri di altitudine.
Il momento dell’installazione è stato estremamente emozionante: per un’Associazione come la nostra, composta da giovani appassionati, ci sembra di realizzare un sogno, e cioè quello di poter monitorare a livello scientifico le zone più interessanti dell’Appennino. E così, in pochi anni, le nostre stazioni sui monti del Pollino sono diventate tre. E stiamo già pensando alla quarta, da installare ai Piani del Pollino, ad altissima quota, la conca probabilmente più interessante in assoluto di tutto l’Appennino Italiano. Questo progetto di rilevamento dati meteorologici ha una grande valenza proprio per il mondo della ricerca: le conche carsiche non sono ancora conosciute a fondo, e solo studiandole e analizzandole in tutti i loro dettagli si potranno conoscere i loro affascinanti segreti. Grazie a questo progetto, realizzato in collaborazione con l’ARPA Veneto che sulle Alpi centro/orientali ha iniziato questo tipo di osservazioni già da qualche anno prima, ci sta impegnando anche sul contesto internazionale perchè stiamo provando a metter sù uno staff di ricerca e studio per individuare le aree più fredde del Mediterraneo: siamo entrati in contatto con esperti della Grecia e della Spagna con cui abbiamo già condiviso osservazioni altrettanto interessanti di aree davvero estreme di quei Paesi. E la ricerca continua. Ma pochi giorni fa, quando il nostro Renato Sansone, delegato del progetto, s’è recato nella piana grande di Masistro per prelevare i dati dei primi due mesi della stazione meteo, ha amaramente constatato quanto è possibile vedere in modo eloquente dalle immagini che lui stesso ha scattato. Abbiamo provato in tutti i modi a credere e ad auto-convincerci che la stazione si trovasse in quelle condizioni per colpa di qualche animale imbizzarrito: nella zona, infatti, pascolano centinaia di vitelli e cavalli.
Ma abbiamo purtroppo dovuto constatare che solo e soltanto una mano umana avrebbe potuto ridurre la stazione in quel modo: i tre tiranti messi a bloccare il palo con la stazione meteo sono stati tranciati di netto con una tronchesina o qualcosa del genere, le grosse pietre che bloccavano gli stessi tiranti alla base sono state spostate di metri, i pali della recinzione sono stati tolti dal terreno in cui erano piantati, e poi riconficcati in ordine differente. Solo un "essere umano" può aver commesso un gesto così violento e al tempo stesso strategico. Una strategia che nè mucche nè cavalli possono avere. La parte più importante della stazione meteo, lo schermo solare con all’interno il datalogger che registra i dati di temperatura e umidità, è per fortuna rimasta intatti, anche se li abbiamo dovuti ripulire da uno strato di fango molto compatto. In quest’articolo, infatti, abbiamo pubblicato tutti i dati raccolti in questi due mesi. E proprio in base a questi dati siamo potuti risalire al momento esatto in cui, molto probabilmente, è stato compiuto il gesto vandalico: tra il pomeriggio del 31 ottobre e la mattina del 1° novembre. Da quel giorno, infatti, i valori termo/igrometrici sono decisamente strani, proprio perchè lo schermo solare non si trovava più a 2 metri di altezza dal suolo ma, posizionato per terra, assorbiva nelle ore diurne il calore del terreno e nelle ore diurne ne traeva raffreddamento, segnalando inoltre quasi sempre un più alto tasso di umidità. Segnalando questo gesto alle autorità competenti (Carabinieri, Corpo Forestale dello Stato, Comune di Saracena, Ente Parco Nazionale del Pollino) con un’annessa denuncia per atti vandalici contro ignoti, ribadiamo però tutta la nostra intenzione a non mollare e a continuare nel Progetto Pollino, come avevamo già fatto nel 2009 quando mani ben più esperte del settore meteorologico avevano aperto lo schermo solare di Piano Ruggio rubando il datalogger. Dopo poche settimane rimontammo prontamente il tutto, e così faremo anche per la piana grande di Masistro. Perchè non possiamo arrenderci di fronte a quegli esseri umani che in determinati momenti si trasformano nei peggiori animali. Torneremo a Masistro, rimetteremo in piedi la nostra stazione meteo per vederla nuovamente così, intatta e funzionante come quel sabato 9 ottobre in cui l’avevamo installata per la prima volta. Perchè la ricerca scientifica non si può fermare.
Nè, tantomeno, la passione di un gruppo di ragazzi che amano la meteorologia facendone uno stile di vita.
Di seguito la nota diffusa dall'Associazione MeteoWeb ONLUS: Devastata. Così abbiamo trovato la stazione meteorologica che sabato 9 ottobre avevamo installato sui monti dell’Orsomarso, nel Parco Nazionale del Pollino, all’interno della piana grande di Masistro.
La stazione meteorologica fa parte del più ampio ’Progetto Pollino’ che l’Associazione MeteoWeb ONLUS porta avanti dall’estate 2007.
Tre anni e mezzo che ci hanno dato tantissime soddisfazioni prima con i dati di Piano Ruggio, conca carsica esattamente lungo la linea di confine tra la Calabria e la Basilicata che ha sfiorato i -30°C e ci ha fornito tantissimi dati interessantissimi per lo studio di queste doline ancora così misteriose al mondo scientifico.
Mentre i rilevamenti da Piano Ruggio proseguono quotidianamente, nel corso degli anni abbiamo installato un’altra stazione meteo presso il Rifugio Biagio Longo del Cai di Castrovillari in contrada Campolongo, nel territorio del Comune di Mormanno, a un passo dalla piana di Campotenese, e un paio di mesi fa, appunto il 9 ottobre, abbiamo iniziato a monitorare un’altra conca dalle caratteristiche simili a quelle di Piano Ruggio, anche se a una quota più bassa: si tratta della Piana Grande di Masistro, a 1.200 metri di altitudine.
Il momento dell’installazione è stato estremamente emozionante: per un’Associazione come la nostra, composta da giovani appassionati, ci sembra di realizzare un sogno, e cioè quello di poter monitorare a livello scientifico le zone più interessanti dell’Appennino. E così, in pochi anni, le nostre stazioni sui monti del Pollino sono diventate tre. E stiamo già pensando alla quarta, da installare ai Piani del Pollino, ad altissima quota, la conca probabilmente più interessante in assoluto di tutto l’Appennino Italiano. Questo progetto di rilevamento dati meteorologici ha una grande valenza proprio per il mondo della ricerca: le conche carsiche non sono ancora conosciute a fondo, e solo studiandole e analizzandole in tutti i loro dettagli si potranno conoscere i loro affascinanti segreti. Grazie a questo progetto, realizzato in collaborazione con l’ARPA Veneto che sulle Alpi centro/orientali ha iniziato questo tipo di osservazioni già da qualche anno prima, ci sta impegnando anche sul contesto internazionale perchè stiamo provando a metter sù uno staff di ricerca e studio per individuare le aree più fredde del Mediterraneo: siamo entrati in contatto con esperti della Grecia e della Spagna con cui abbiamo già condiviso osservazioni altrettanto interessanti di aree davvero estreme di quei Paesi. E la ricerca continua. Ma pochi giorni fa, quando il nostro Renato Sansone, delegato del progetto, s’è recato nella piana grande di Masistro per prelevare i dati dei primi due mesi della stazione meteo, ha amaramente constatato quanto è possibile vedere in modo eloquente dalle immagini che lui stesso ha scattato. Abbiamo provato in tutti i modi a credere e ad auto-convincerci che la stazione si trovasse in quelle condizioni per colpa di qualche animale imbizzarrito: nella zona, infatti, pascolano centinaia di vitelli e cavalli.
Ma abbiamo purtroppo dovuto constatare che solo e soltanto una mano umana avrebbe potuto ridurre la stazione in quel modo: i tre tiranti messi a bloccare il palo con la stazione meteo sono stati tranciati di netto con una tronchesina o qualcosa del genere, le grosse pietre che bloccavano gli stessi tiranti alla base sono state spostate di metri, i pali della recinzione sono stati tolti dal terreno in cui erano piantati, e poi riconficcati in ordine differente. Solo un "essere umano" può aver commesso un gesto così violento e al tempo stesso strategico. Una strategia che nè mucche nè cavalli possono avere. La parte più importante della stazione meteo, lo schermo solare con all’interno il datalogger che registra i dati di temperatura e umidità, è per fortuna rimasta intatti, anche se li abbiamo dovuti ripulire da uno strato di fango molto compatto. In quest’articolo, infatti, abbiamo pubblicato tutti i dati raccolti in questi due mesi. E proprio in base a questi dati siamo potuti risalire al momento esatto in cui, molto probabilmente, è stato compiuto il gesto vandalico: tra il pomeriggio del 31 ottobre e la mattina del 1° novembre. Da quel giorno, infatti, i valori termo/igrometrici sono decisamente strani, proprio perchè lo schermo solare non si trovava più a 2 metri di altezza dal suolo ma, posizionato per terra, assorbiva nelle ore diurne il calore del terreno e nelle ore diurne ne traeva raffreddamento, segnalando inoltre quasi sempre un più alto tasso di umidità. Segnalando questo gesto alle autorità competenti (Carabinieri, Corpo Forestale dello Stato, Comune di Saracena, Ente Parco Nazionale del Pollino) con un’annessa denuncia per atti vandalici contro ignoti, ribadiamo però tutta la nostra intenzione a non mollare e a continuare nel Progetto Pollino, come avevamo già fatto nel 2009 quando mani ben più esperte del settore meteorologico avevano aperto lo schermo solare di Piano Ruggio rubando il datalogger. Dopo poche settimane rimontammo prontamente il tutto, e così faremo anche per la piana grande di Masistro. Perchè non possiamo arrenderci di fronte a quegli esseri umani che in determinati momenti si trasformano nei peggiori animali. Torneremo a Masistro, rimetteremo in piedi la nostra stazione meteo per vederla nuovamente così, intatta e funzionante come quel sabato 9 ottobre in cui l’avevamo installata per la prima volta. Perchè la ricerca scientifica non si può fermare.
Nè, tantomeno, la passione di un gruppo di ragazzi che amano la meteorologia facendone uno stile di vita.
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