Una nuova unità Cinofila Antiveleno del Parco nel Pollino


Una nuova unità cinofila antiveleno e un nuovo automezzo
attrezzato per rafforzare un sistema di prevenzione e repressione di provata efficacia. Intorno a
queste due novità è stata presentata, presso la sede dell’Ente Parco a Rotonda, grazie al protocollo
d'intesa attivo tra Corpo forestale dello Stato e il Parco nazionale del Pollino, una sintesi
dell'impegno e dei risultati attesi nell'impiego delle unità cinofile.
Il nuovo NCA, uno dei sei istituiti grazie al progetto Life Pluto, ha avuto in dotazione il labrador di
due anni"Thor" che opererà nelle zone del Parco nazionale Pollino. Il Presidente, Mimmo Pappaterra,
ha espresso grande soddisfazione e parole di elogio nei confronti del progetto e dei partner che lo
hanno portato avanti, potendo l'area protetta "beneficiare dell'utile opera delle unità cinofile, in
special modo quando, queste possono individuare esche avvelenate, oltre a carcasse in un'area
particolarmente sensibile alla presenza del lupo, dell'aquila e dei grifoni di recente reintrodotti.
L'uso illegale del veleno è oggetto di attento monitoraggio da parte del Corpo Forestale dello Stato,
che gestisce le unità cinofile in stretta sinergia con il Parco, dove, grazie al progetto Life "Wolfnet" e
"Antidoto", esse sono arrivate per la prima volta in Italia, sia in chiave di prevenzione che repressiva.
Come hanno sintetizzato i Comandanti regionali di Calabria e Basilicata Dir. Sup. Giampiero
Costantini e Dir. Sup. Antonio Mostacchi ed il Responsabile del CTA del Corpo Forestale, Vice
Questore Vincenzo Perrone, ad oggi i Nuclei Cinofili Antiveleno del CFS in Italia hanno effettuato
centinaia di ispezioni urgenti, rinvenendo altrettante esche e decine di carcasse avvelenate, a fronte
dell'impiego di circa qualche migliaio di ore di lavoro sul campo e percorrendo decine di migliaia di
km. "Grazie allo sviluppo dell'analisi criminale del fenomeno - hanno riferito i responsabili del
progetto Vice Questore Giancarlo Papitto e Primo Dirigente Luciano Sammarone - in funzione dei
principi attivi rilevati in carcasse ed esche da parte dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del
Mezzogiorno e della localizzazione di queste, sono stati individuati nel 2015, per la prima volta in
Abruzzo, due avvelenatori, uno in Provincia di Teramo ed uno nel territorio del Parco nazionale
della Majella. Fondamentale - ha proseguito - resta la tempestiva segnalazione: qualora si abbia
notizia di un animale avvelenato è necessario contattare il numero di emergenza ambientale: 1515".
Dal Capo del Settore dell'Ente Parco, Pietro Serroni, che ha ricordato tutti i progetti Life attinenti
all'argomento, oltre alla soddisfazione che indiscutibilmente lega l'operato degli NCA al Parco con il
Corpo Forestale dello Stato che sta trasferendo la buona pratica delle Unità Cinofile in tutta Italia, è
giunto l'auspicio che i parchi - e in particolare quelli calabro lucani possano meglio gestire i propri
successi e le proprie eccellenze in campo scientifico e della conservazione della natura .

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