Primavera dei teatri. Seconda giornata ricca di appuntamenti


La seconda giornata di Primavera dei Teatri si apre con un programma fitto di eventi.
Il festival sui nuovi linguaggi della scena contemporanea ideato e organizzato dalla
compagnia Scena Verticale, non punta solo agli spettacoli ma anche alla formazione
del pubblico di domani.

Alle 16.30 a Palazzo di Città prendono il via le attività di Primavera Kids con il
laboratorio ludico-didattico La fabbrica dei pupazzi, a cura di Teatro della Maruca.
Un laboratorio creativo che condurrà i bambini alla scoperta dell’uso di materiali e
delle mille funzioni che possono assumere con un po’ di inventiva. Attraverso giochi
semplici e divertenti si cercherà di sensibilizzare i più piccoli sul tema del riciclo, su
come tanti rifiuti possano essere riutilizzati in modo creativo per realizzare qualsiasi
tipo di oggetto.

Alle 18.00 al Castello Aragonese ancora un workshop, Il gioco delle Tribù a cura di
Tilde Nocera, sempre nell’ambito di Primavera Kids. Un laboratorio esperienziale
che vedrà impegnati i partecipanti nell’elaborazione di un viaggio a carattere ludico-
corporeo, all’interno del quale verranno utilizzati vari materiali creativi e strumenti
musicali a percussione. Il viaggio si concluderà, il 4 giugno, con un momento
interattivo aperto al pubblico.
Due gli spettacoli in cartellone questa sera al Festival:

Alle 19 al Capannone dell’autostazione i Fratelli Dalla Via mettono in scena
Drammatica elementare di e con Marta Dalla Via e Diego Dalla Via, un esperimento
di ludo linguistica. Enigmi e tautogrammi sono a servizio di una favola scolastica che
ha come obbiettivo quello di viaggiare dentro l’evoluzione del lessico ed esaltarne la
forza ritmica e contenutistica.
C’erano una volta la A di ape, la B di barca, la C di casa, e via così fino alla Z,
ovviamente di zebra. I Fratelli Dalla Via cambiano questa regola: la A è di Attacco
all’America, la G di Grande Guerra, la P di Poetica Polentona… Alcune accoppiate
famose hanno dato vita a noti vocabolari: il Devoto – Oli, il Sabatini – Coletti, il
Castiglione – Mariotti… Come coppia anche loro esprimono il desiderio di giocare
con le parole per creare un dissacrante nuovo abbecedario in forma di racconto.
Siamo quello che parliamo. Le nostre parole sono la nostra casa. Che cosa succede
quando una nuova parola entra nella nostra vita spesso a discapito di un’altra?

Al Teatro Sybaris alle 21 in scena la Compagnia Òyes con Vania, spettacolo ideato e
diretto da Stefano Cordella ed ispirato al classico di Čechov. La vicenda si svolge in
un paesino di provincia e ruota attorno alla figura del Professore, tenuto in vita da un
respiratore artificiale. Pur non essendo mai visibile in scena, il Professore e la sua
condizione di salute innescano conseguenze tragicomiche che investiranno il resto
della “famiglia”: la giovane moglie Elena, il fratello Ivan, la figlia Sonia, il Dottore.
Come in “Zio Vanja” anche questi personaggi sentono di non vivere la vita che
vorrebbero. Ma la spinta al cambiamento deve fare i conti con la paura di
invecchiare, le rigidità, i sensi di colpa, il timore di non essere all’altezza. In Čechov
l’immobilismo e la stagnazione nascondono un tumulto di sentimenti e lo stesso
accade in questa riscrittura, che trasporta quel senso di precarietà in un contesto
odierno, comune anche oggi a tanti di noi.
La serata si concluderà al Blocco G con il Dopofestival a cura di Giudecca Cafè: da
mezzanotte music selection nei suggestivi spazi del Castello Aragonese.

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