SLOW FOOD CALABRIA GUARDA AL FUTURO

COMUNICATO STAMPA
Slow Food Calabria esiste eccome. Lo dimostrano il numero di soci (quasi mille) che fa registrare l'aumento percentuale più alto in Italia, le condotte territoriali raddoppiate negli ultimi anni, il consolidamento della rete Terra Madre, del settore educazione, quello che riguarda i numerosi Presidi regionali, gli eventi con la "chiocciola" che sono ormai un punto fermo nell'azione regionale.
Un movimento che si avvia al congresso regionale del prossimo 12 aprile a Lamezia Terme, sotto la presidenza di Nicola Fiorita, che guarda al futuro - senza dimenticare la vetrina dell'Expo 2015 - con alcuni punti fermi che diventeranno l'azione programmatica da e per i territori. La volontà è quella di rafforzare la realtà calabrese di Slow Food e renderla sempre più «visibile e riconoscibile» - e radicarla sempre meglio «per svolgere un ruolo di rilievo sulla scena regionale sotto più versanti». Dalla educazione alimentare, alla lotta allo spreco, passando per il sostegno a piccole produzioni e al mondo agricolo, impulso alla cultura della legalità e della salvaguardia ambientale. Una «rete di preziose realtà produttive, etiche, economiche» che vogliono sempre con maggiore incisività diventare «un attore “politico” legittimato a far sentire la propria voce su tutti i temi che toccano l’ambiente, la produzione agro-alimentare, l’utilizzo dei fondi comunitari, il destino della aree interne della regione» aggiunge il Presidente regionale, Nicola Fiorita.
Nel nuovo quadriennio che si aprirà da aprile in poi, dopo la elezione della nuova struttura regionale, i punti nodali della nuova azione di sensibilizzazione e cura dei territorio passa necessariamente da sette capisaldi.

1. Tornare alla terra
Slow Food Calabria deve avere l’ambizione di portare i suoi 1.000 soci a sporcarsi le mani con la terra. Solo così si potrà incentivare un dialogo credibile con i contadini della nostra regione e si potrà restituire loro dignità e prospettive. La Calabria, nonostante quaranta e più anni di modernizzazione irrazionale resta ancora una regione a forte vocazione agricola, ed è dalle sue campagne, da quello che resta di un sapere millenario e di una cultura gastronomica e popolare che si può ricostruire una identità autonoma e un autonomo progetto di sviluppo.

2. Sostenere le aree interne e i centri storici
Slow Food Calabria è parte attiva del Progetto nazionale sugli Appennini che lega la difesa della biodiversità e la ricomposizione di un progetto di sviluppo sostenibile al destino delle aree interne dell’Italia e al sostegno della sua economia. In un quadro complessivo di sfarinamento delle comunità e cortocircuito del modello economico imperante fino a qualche anno fa, bisogna ripartire dagli uomini e dalle donne delle zone interne perché la Calabria, la cui vita si è svolta per secoli all’interno e nelle montagne, è stata ed è ancora terra di viaggi, di passaggi, di scambi, di cultura. Così come bisogna sostenere il recupero dei centri storici, dove viene tuttora custodito quel che resta del miglior patrimonio identitario di questa regione.

3. Difendere la biodiversità
Il rilancio del Arca del Gusto e il suo stretto collegamento al progetto dei Presidi rappresentano un’altra delle sfide del prossimo biennio. Catalogare, difendere, promuovere sono le parole d’ordine che devono guidare l’azione futura di Slow Food Calabria.
4. Coniugare gusto con giusto. Un impegno per le produzioni etiche
Molte delle idee avanzate nel tempo da Slow Food Italia sono divenute progressivamente di comune condivisione. Pensiamo alla filiera corta, al km zero, all’abbinamento saperi-sapori. Oggi, un’associazione che si proponga di cambiare il mondo attraverso una rivoluzione gastronomica non può non avere come sua priorità la dimensione etica delle produzione. E qui, Slow Food Calabria può e deve giocare un ruolo di primo piano, ponendo al centro del dibattito pubblico il sostegno ai produttori che gestiscono terreni confiscati alle mafie ma anche facendosi promotore di un progetto sulla certificazione etica delle produzioni agro-alimentari

5. Educare - Sviluppo del progetto “Orto in Condotta”
L'Orto in Condotta prende avvio nel 2004 divenendo lo strumento principale delle attività di educazione alimentare e ambientale nelle scuole. Si tratta di un progetto strutturale in cui Slow Food Italia ha investito molte risorse, anche perché mette in campo la possibilità di creare nuove generazioni sensibili ed informate ai principi che guidano l’associazione. Nella nostra regione sono attivi, solo due orti - Messignadi di Oppido M. (RC) e Santa Caterina sullo Jonio (CZ). Occorre rilanciare il progetto ponendosi l’obiettivo minimo di un orto per provincia.
La centralità del tema comporta l’impegno a verificare possibili sinergie anche con altre organizzazioni formative (le Università, prime fra tutte) e a sviluppare tutte le possibili occasioni educative.

6. Un mare di possibilità
La Calabria è una montagna in mezzo al mare. Riscoprire la montagna non significa dimenticare il mare. E’ dal mare che provengono ancora molte delle possibilità di questa terra, ma la loro concretizzazione presuppone che questo mare sia amato, curato, difeso, ripulito, rispettato. L’impegno per un mare e per una pesca sostenibile deve essere, ancora una volta, declinato a partire da chi il mare lo abita e lo vive: i pesci, i pescatori.

7. Un nuovo made in Calabria
Le potenzialità della Calabria restano ancora sostanzialmente inespresse e, per certi versi, inesprimibili fino a quando non si riuscirà a procedere contemporaneamente in due sensi. Si tratta, da un lato, di far conoscere la produzione di qualità presente in Regione, la sua ricchezza qualitativa e quantitativa, gli enormi progressi compiuti in settori come quello dell’olio e del vino. Dall’altro alto occorre denunciare e neutralizzare le numerose truffe che si nascondo dietro la commercializzazione di prodotti falsamente tipici, la cui distribuzione appanna la credibilità del nostra Regione e compromette ogni serio intento di valorizzazione.
[ AVI Communication ]

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