Kate Omoregbe

Riporto l'articolo apparso su diritticivili.it in cui Franco Corbelli lancia un appello per tutelare i diritti di una giovane nigeriana detenuta nel carcere di Castrovillari che rischia la pena di morte se ,tra un mese e mezzo,dopo aver scontato la sua pena,potrebbe essere rimpatriata nel suo paese di origine.

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, denuncia il "drammatico caso di una giovane nigeriana, Kate O., detenuta, per un piccolo reato, in un carcere della Calabria, fine pena tra un mese e mezzo, che chiede di poter restare in Italia (dove si trova da dieci anni, con regolare permesso di soggiorno) e non essere espulsa per evitare, nel suo Paese, il patibolo e la morte per il suo rifiuto (per questo è stata anche ripudiata dalla sua famiglia) di sposare una persona molto più grande di lei (che non ama) e di cambiare religione da cristiana a musulmana". Corbelli preannuncia una "grande battaglia di giustizia e una campagna umanitaria per evitare che si consumi questa crudeltà, per scongiurare questo orrendo crimine, per salvare questa giovane nigeriana". "Una storia, la definisce Corbelli, incredibile, allucinante e drammatica" che la ragazza descrive al leader di Diritti Civili al quale oggi ha fatto recapitare una lettera con una accorata richiesta di aiuto. "Salvami dal patibolo e dalla morte. Spero in un suo aiuto anche perché so che lei è vicino a noi carcerati e agli immigrati e lotta per difendere i nostri diritti. La mia colpa – scrive la giovane detenuta nigeriana a Corbelli - è quella di essermi opposta ad un matrimonio combinato dalla mia famiglia (che mi ha per questo ripudiata), sono fuggita dal mio paese e pago il rifiuto di sposare una persona molto più grande di me, che non amo, e la mia contrarietà a cambiare religione, a diventare musulmana io che mi sento cristiana e voglio restare cristiana. Ma per le regole, quelle scritte e quelle non scritte del mio Paese, dove predomina l'influenza della religione musulmana (che chi vive in un paese libero e democratico ha difficoltà a capire), questo equivale ad un oltraggio che si paga con il patibolo e la morte. Sono infatti noti i casi di donne che si ribellano al matrimonio combinato e vengono sfregiate con l'acido e tante altre uccise senza che l'assassino abbia conseguenze legali, rimane anzi libero di distruggere la vita di altre donne. Ho fatto un piccolo sbaglio che mi ha portato giustamente in carcere, sto pagando il mio debito e vorrei tanto ricominciare a vivere senza paura, di essere uccisa, da donna libera in uno stato libero. Mi aiuti a restare in Italia. Salvi la mia vita". Corbelli dichiara: "Un paese civile non può consentire che questa giovane nigeriana venga espulsa e condannata a morte nel suo paese per regole assurde, incivili, disumane, per il suo desiderio di voler essere una donna libera, per difendere la sua cristianità e la sua libertà. Per questa importante battaglia di civiltà e libertà (che sono certo i media calabresi, attenti e sensibili alle iniziative di Diritti Civili, come questa testata Il Domani della Calabria, sosterranno autorevolmente come al solito), spero in una grande mobilitazione della Calabria e del resto del Paese. Dobbiamo salvare, abbiamo il dovere di farlo, questa giovane nigeriana".

 

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