Legali sempre più sul piede di guerra «Soffriamo le carenze organizzative»

Angelo Biscardi
CASTROVILLARI
Avvocati sul piede di guerra. Ieri mattina, infatti, il Consiglio dell'Ordine degli avvocati castrovillarese ha tenuto una breve conferenza stampa in cui i consiglieri ed il presidente, Roberto Laghi, hanno lamentato il «disagio per la classe forense, di cui su più fronti, attraverso riforme frettolose e tecnicamente carenti, si tenta la delegittimazione ed è particolarmente diretta a manifestare una protesta per le disfunzioni della giustizia civile nell'ambito del circondario del tribunale di Castrovillari».
Tali disfunzioni, che erano già state segnalate con vari documenti del Consiglio, non hanno trovato idonea soluzione e riscontro. Il Consiglio dell'Ordine, che si riserva «ogni ulteriore iniziativa a tutela della dignità dell'avvocatura ed in difesa del cittadino e del suo diritto ad una Giustizia rapida, efficiente e giusta», ritorna su alcune «carenze organizzative, sui ritardi nel deposito dei provvedimenti, sulla liquidazione delle spese e competenze» che si traducono «in una risposta di giustizia insoddisfacente per il cittadino, e nel contempo si risolvono anch'essi in un inadeguato riconoscimento della dignità dell'avvocatura, che questo Consiglio – è scritto in una nota diramata a margine della conferenza stampa - intende fortemente riaffermare». Il ruolo dell'avvocato - sempre secondo i consiglieri ed il documento di denuncia - merita e pretende rispetto alla pari di quello del magistrato e non tollera "sbrigativa" e superficiale considerazione», infatti, disponibili a collaborare per la soluzione dei problemi, gli avvocati del Foro di Castrovillari ribadiscono: «la necessità di una più razionale distribuzione delle udienze, compatibile con le esigenze dell'avvocatura e con la disponibilità delle strutture esistenti nel locale Palazzo di Giustizia; che l'alta funzione del patrocinio difensivo trovi adeguata considerazione in udienza (si è giunti paradossalmente a dare precedenza agli impegni di qualche testimone qualificato rispetto alle esigenze dei difensori che non sono certamente forniti del dono della ubiquità); che la quantificazione nei provvedimenti giudiziari delle spese di lite, sia conforme alla tariffa e all'entità e qualità dell'attività professionale espletata e che l'utilizzo dell'istituto della compensazione venga utilizzato con prudenza e sia supportato da reale motivazione nonché proporzionale alla parte non accolta della domanda».

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