Castello "nuovo" con 140.000 euro In questi ultimi anni i lavori di ristrutturazione sono andati a rilento



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Angelo Biscardi
castrovillari
Altri 140mila euro per riaprire il Castello Aragonese. La notizia l'ha data (ufficiosamente) il sindaco della città di Castrovillari, Franco Blaiotta. «I castrovillaresi - ha detto il primo cittadino - nel periodo della Befana potrebbero trovare sotto l'albero proprio un regalo senza eguali: l'apertura dell'antico fortilizio del 1400». Si tratterebbe di una bella notizia per una cittadina che, dal 2003 ad oggi, s'è privata di un monumento concesso in comodato dalla Provincia di Cosenza. Una struttura che non è mai stata vista di buon grado dai cittadini di Castrovillari, poiché tradizionalmente è sempre stato vissuto come un luogo di dolore. Ad essere inaugurate sarebbero (d'obbligo usare il condizionale) alcune sale del Castello Aragonese e, cosa più importante, l'imponente corte centrale. Si tratta di un superficie estremamente affascinante (per buona parte del '900 ha ospitato i detenuti nella loro classica ora d'aria) che potrebbe attirare, così come successo in passato, diverse importanti operazioni culturali cittadine, tra cui proprio l'Estate Internazionale del Folklore (ritornerebbe a popolare in centro storico nella sua sede originaria), Primavera dei Teatri e Civitanova. I lavori, ormai fermi da alcuni mesi, dovrebbero riprendere a breve. In questi ultimi anni sono stati spesi circa tre miliardi delle vecchie lire per ristrutturare i tetti, diversi vani ed alcune facciate del Castello. Per chiudere i conti, però, servono altri fondi. Soldi da utilizzare per portare a compimento, in tempi più o meno lunghi, il restauro definitivo del monumento per poi partire partire con la seconda fase, vale a dire lo "sversamento" di molte attività culturali che intasano il super utilizzato Protocovento Francescano (nell'ultimo anno ha accolto oltre 600 eventi culturali ed avrebbe bisogno di una robusta rivisitazione). Nel corso degli ultimi mesi non sono mancate le preoccupazioni degli storici della città, i quali hanno chiesto l'intervento della Provincia e della Regione per accompagnare l'amministrazione comunale e l'Ente Parco del Pollino nella ristrutturazione dell'antico fortilizio. Gli abitanti del centro storico, dal canto loro, aspettano la consegna di uno dei monumenti cittadini che, assieme al Protoconvento Francescano, alla chiesa Monumentale di San Giuliano, al santuario della Madonna del Castello, alla chiesa della Trinità (da qualche mese sono terminati i lavori di recupero della facciata) ed al museo etnico (anche qui i lavori di restauro sembrano essere al capolinea) dovrebbe definitivamente rivitalizzare il centro storico.
Si tratta di una struttura cardine che trascinerebbe tutti quegli appuntamenti nati proprio nel salotto medievale della città. Per le associazioni culturali, infatti, l'apertura dell'antico fortino porterebbe ad una importante ripersa delle iniziative culturali ed alla nascita di nuove attività commerciali che, all'interno di Piazzetta Civitanova o in Largo Castello, trascinerebbero il commercio, l'artigianato e bellezze del centro antico della città.

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